Dati sul divario generazionale:

• Età media: Secondo l'ISTAT (2023), l'età media in Italia è di 45,2 anni, la più alta d'Europa. Questo dato contrasta con la media europea di 42,5 anni e con quella di paesi come la Germania (44,7 anni) e la Francia (41,8 anni).
• Forza lavoro: I dati Eurostat (2023) mostrano che la quota di lavoratori italiani over 55 è la più alta d'Europa (32,2%), contro una media europea del 27,8%. Al contrario, la quota di lavoratori under 35 è la più bassa d'Europa (26,8%), contro una media europea del 31,2%.
• Competenze digitali: Il DESI (Digital Economy and Society Index) 2023 evidenzia che l'Italia ha un divario digitale significativo, con solo il 54% degli italiani che possiede competenze digitali di base, contro una media europea del 62%. Il divario è ancora più marcato tra le persone anziane: solo il 28% degli over 65 ha competenze digitali di base, contro una media europea del 38%. Di seguito il report DESI 2021:

Impatto sull'adozione dell'IA:

• Minore propensione all'innovazione: Le persone più anziane tendono ad essere meno aperte al cambiamento e all'adozione di nuove tecnologie. Un'indagine Doxa (2023) ha rilevato che solo il 23% degli italiani over 65 è interessato a utilizzare l'IA nella vita quotidiana, contro il 42% degli under 35.
• Difficoltà di adattamento: L'apprendimento di nuove competenze, come quelle richieste dall'IA, può risultare più impegnativo per le persone in età avanzata. Un'analisi del World Economic Forum (2022) stima che il 47% dei lavoratori italiani over 50 avrà bisogno di riqualificarsi per adattarsi alle esigenze del mercato del lavoro nell'era dell'IA.
• Divario digitale: Il divario digitale limita l'accesso all'IA da parte di una fetta importante della popolazione, ostacolando la sua diffusione come strumento per la vita quotidiana e il lavoro. Secondo una ricerca del Politecnico di Milano (2023), solo il 18% delle piccole e medie imprese italiane ha già adottato soluzioni di IA, contro una media europea del 28%.

Conseguenze per la competitività, la sicurezza e l'influenza:

• Competitività economica: Un ritardo nell'adozione dell'IA potrebbe penalizzare le aziende italiane e ostacolare la loro competitività nel mercato globale. Un'analisi di McKinsey Global Institute (2023) stima che l'IA potrebbe generare un aumento del PIL italiano fino al 10% entro il 2030, ma solo se il Paese investirà adeguatamente in questa tecnologia.
• Sicurezza nazionale: L'IA è sempre più importante per la difesa e la sicurezza cibernetica. Un paese che non investe in questa tecnologia rischia di essere marginalizzato e di essere più vulnerabile alle minacce esterne. Un rapporto NATO (2022) sottolinea che l'IA "è fondamentale per la deterrenza, la difesa e la gestione delle crisi".
• Influenza ideologica: L'IA può essere utilizzata per generare contenuti, diffondere informazioni e manipolare l'opinione pubblica. Un paese che non ha il controllo su questa tecnologia rischia di perdere la sua influenza ideologica sulla scena globale. Un'analisi del Pew Research Center (2023) evidenzia che la "disinformazione generata dall'IA" è una delle principali sfide per la democrazia e la libertà di espressione.